Page 14 - MARCELLO FANTONI
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di partecipare, come liberali, alla lotta per la      guerra”, vorremmo adesso citare un episodio
                  Liberazione. Era ferma la volontà di non sentirsi esclusi  particolarmente caro alla memoria di Marcello Fantoni,
                  dalla battaglia: per questo motivo, il gruppo di Fantoni  capace ancor oggi di rievocare emozioni e pensieri così
                  accettò l’assegnazione di una fascia della città da   intensi, dal portarlo fino alla commozione.
                  proteggere, che partiva da Piazza San Marco ed arrivava   Sempre nell’estate del 1944, essendo il marchese
                  fino all’entrata nord della città.Una posizione di grande  Aldobrando Medici Tornaquinci fin troppo esposto e
                  importanza strategica, posta su una delle principali vie  sorvegliato dalla polizia, il Comitato di Liberazione
                  di accesso, che i giovani liberali avrebbero dovuto   necessitava di un uomo che avesse maggiore libertà di
                  controllare al fine di ostruire il passaggio ai carri armati  azione e possibilità di muoversi in incognito, per recarsi
                  tedeschi. Poche le munizioni delle quali disponevano:  a Milano a ritirare i piani di Liberazione di Firenze.
                  Fantoni era l’unico a possedere un’arma più potente,  Marcello Fantoni, che ripetiamo essere entrato
                  una mitragliatrice, una  “machine pistola” tedesca da  nell’organismo privo di grande passione ma deciso a
                  venti colpi. Gli altri ragazzi disponevano solamente di  non tirarsi indietro di fronte ad un compito
                  un moschetto capace di sparare al massimo quattro     assegnatogli, accettò il delicato incarico: prese un
                  cartucce. A questo si aggiunga che pressappoco tutti  motociclo che lo portò nel capoluogo lombardo, ed al
                  erano nuovi alle armi: Fantoni stesso conosceva bene  ritorno in treno dal suo viaggio teneva nascosti, cuciti
                  solo il funzionamento del fucile, perché era cacciatore  alla cintura dei pantaloni, i piani di Liberazione. Sceso
                  ma, non avendo fatto il servizio militare, la sua     dal treno nei pressi di Bologna (l’avanzare della linea
                  cognizione in materia di armi e munizioni era         gotica non consentiva di proseguire oltre) ricorda di
                  pressoché nulla.Eppure lui ed i suoi compagni rimasero  essersi fermato in un prato a riposare, in compagnia di
                  a controllare il loro posto di blocco, subendo purtroppo  un altro passeggero, anch’egli diretto a Firenze.
                  una perdita: il giovane figlio di un fornaciaio, che      Ci sono nel ricordo di questo giorno, nella
                  lavorerà poi nell’azienda di Fantoni, nell’immediato  memoria di Fantoni, alcuni vuoti che non gli
                  dopoguerra. Il pericolo maggiore era quello di venir  consentono di ricostruire con precisione né dove si
                  attaccati alle spalle, dai franchi tiratori fascisti che  trovasse, né la strada, attraverso gli Appennini, che fece
                  stavano appostati sui tetti, dando mano alle retroguardie  per ritornare a casa. Ricorda però perfettamente che
                  tedesche.                                             mentre stava steso su questo prato passò un gruppo di
                      Era l’estate del 1944, e la morsa dei rastrellamenti  soldati tedeschi, e mentre si avvicinavano Fantoni
                  e delle persecuzioni nazi-fasciste nei confronti degli  ricorda di aver sentito un intenso profumo di pane
                  ebrei, stava stringendosi ed avviandosi al suo tragico  fresco. I tedeschi stavano difatti tornando da un forno,
                  epilogo. La famiglia di Eugenio Artom (ricercato sia per  ed avevano diverse forme di pane avvolte in alcune
                  il suo impegno politico e militare come componente    coperte. La fame gli mordeva lo stomaco più della
                  del Comitato di Liberazione, sia per la sua origine   paura, e doveva essere talmente percepibile che indusse
                  ebraica), si trovò in quei mesi in una situazione di  l’ultimo soldato della fila a gettargli un pane.“Deve aver
                  estrema difficoltà. Trovò però ospitalità e rifugio in  visto gli occhi della fame” racconta Fantoni, e gli occhi
                  Piazza della Vittoria, nell’appartamento della famiglia  gli si velano ancora oggi. E’ un ricordo che riesce
                  Fantoni: Eugenio Artom, con la moglie Giuliana Treves  tuttora a commuoverlo perché dà adito, oggi come
                  ed il vecchio servitore  Amedeo, convissero con i     allora, ad amare riflessioni. L’assurdità del trovarsi lì in
                  Fantoni per tutto il periodo dell’emergenza,          quel momento, esponendo se stesso ad un grosso
                  affrontando realmente un enorme pericolo. Ne è        pericolo, l’assurdità della guerra, che costringeva due
                  testimonianza una lettera, scritta sei anni dopo dalla  ragazzi della stessa età ad essere nemici. Questo inatteso
                  stessa Giuliana  Treves  Artom, in cui ella esprime   atto di generosità da parte del soldato tedesco, che sulle
                  sentitamente gratitudine a tutti i componenti della   linee del fronte avrebbe potuto ucciderlo o essere da lui
                  famiglia, per aver dimostrato una così generosa ed    ucciso, lo traspose per un breve momento fuori da quel
                  umana accoglienza. “… Alla moglie del vostro amico    contesto così angosciante, ed è solo questo che
                  Eugenio”, scrive rivolgendosi ai suoi cari amici, “che  rammenta con tanta intensità. La strada fatta per il
                  conoscevate appena e che gli eventi degli ultimi anni  ritorno, la consegna dei piani, gli avvenimenti dei
                  avevano immerso in uno scoramento totale e senza      giorni successivi, sono stati inspiegabilmente rimossi
                  luce, la vostra accoglienza così immediata, affettuosa e  dalla mente di Fantoni. Ci assicura aver ripensato per
                  senza riserve, oltre alla salvezza materiale ha ridato, col  anni a quello che accadde dopo questo episodio, ma
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                  vostro esempio, anche la fede nella fratellanza umana” .  nulla riesce ad affiorare. Ha catalizzato in questo
                      A conclusione della sezione dedicata ai ricordi “di  l’evidente estraneità ai fatti dei quali si era reso suo
                                                                        malgrado protagonista,l’amarezza per ciò che ne derivò
                  1                                                     ed il forte desiderio, mai sopito, di tornare ad essere un
                   M. BRAMBILLA, G. FANTONI, Resistenza Liberale a Firenze,
                  Roma 1995, p. 51.                                     artista, ed al suo lavoro votare la sua vita.






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