Page 17 - MARCELLO FANTONI
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contemporaneamente, i suoi lavori .                   l’allievo di Fantoni si avvia istintivamente verso la
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                      “La scuola di Marcello Fantoni”, come scrisse     padronanza di un’arte personale, che raggiungerà
                  Piero Bargellini, “non ha nulla né di accademico né   gradualmente, se la sua vocazione all’arte è salda e
                  d’astratto. Non vi si predicano teorie estetiche, non si  costante. Fantoni sorride, bonariamente divertito,
                  seguono dottrine intellettualistiche, non si perseguono  quando racconta dell’impazienza che vede in alcuni
                  scopi puramente mercantili. Si avvicina all’antica    giovani allievi, che vorrebbero raggiungere dopo pochi
                  gloriosissima ‘bottega’ dei  maestri  rinascimentali,  mesi di scuola i suoi risultati, smaniosi di scavalcare
                  quando un artista veniva riconosciuto maestro non per  quella lenta ed impegnativa pratica di mestiere,
                  lauree o diplomi,ma per la sua reale ‘maestria’,nel saper  attraverso la quale ogni buon ceramista deve
                  far bene l’arte, a cominciar dal saper trattar bene la  necessariamente passare: l’esperienza stessa di Fantoni è
                  materia stessa dell’arte”.  Memore dell’ottima        esemplare in questo senso, ed ogni studente che
                  educazione ricevuta all’Istituto d’Arte di Porta      veramente sente in sé un fermo proposito di divenire
                  Romana, con un’esperienza oramai quarantennale alle   artista, sa che non è solo l’arte della ceramica che si
                  spalle, Fantoni sa che l’allievo, una volta messo a   apprende con Fantoni,ma anche l’arte del rigore e della
                  conoscenza dei processi “costruttivi” dell’oggetto, dovrà  perseveranza, basilare per portare a termine il proprio
                  percorrere autonomamente la strada che lo porterà a   progetto d’arte e vita.
                  trovare il suo proprio linguaggio, senza che il Maestro   Il frutto di questa impareggiabile esperienza è
                  intervenga, in maniera invasiva, sul suo lavoro. Fantoni  confluito, dalla fine degli anni Cinquanta fino ai giorni
                  segue gli allievi nelle tre fasi fondamentali della   nostri, con i più importanti riconoscimenti che
                  progettazione,   modellazione    e   decorazione      collezionisti, critica e pubbliche istituzioni hanno
                  dell’oggetto, controlla e supervisiona il loro lavoro  espresso all’arte di Marcello Fantoni. Nel lungo
                  perché la preparazione  ‘tecnica’ sia completa, ma    racconto dei ricordi del Maestro, egli ammette
                  pretende che siano gli allievi stessi ad attivare quel  sorridendo che gli ultimi Cinquanta anni della sua vita
                  processo formativo di un codice espressivo esclusivo,  si possono senz’altro riassumere in una continua ed
                  evitando così il rischio di una mera e scadente       incessante sequela di successi, vincite di premi, mostre
                  imitazione dello stile del Maestro.                   personali, commissioni pubbliche, acquisti di opere da
                      La sua ricerca è incentrata, in altre parole, nel  parte di alcuni dei musei più importanti del mondo.Un
                  tentativo di far sorgere in loro il desiderio di indagine  duro lavoro ampiamente ricompensato, ed altrettanto
                  estraneo all’applicazione pragmatica della didattica, ed è  ampiamente documentato e commentato dalla critica
                  di fondamentale importanza, nella scuola di Fantoni   artistica, che lo rende oggi quella persona appagata e
                  come nel vecchio Istituto di Porta Romana, la         serena ancora in preda all’ispirazione, alla ricerca di
                  contiguità fra l’aula di insegnamento e lo studio     nuove forme, nuove sperimentazioni, nuova vita.
                  personale dell’artista-insegnante, perché è grazie a      Scrive Pier Francesco Listri “Guardo Fantoni che
                  questa  “convivenza”   che l’allievo confluisce       ha il viso malizioso di un ragazzo, solo solcato da mille
                  naturalmente verso una più fluida capacità            piccole rughe sottili, e penso a una intera vita a
                  d’esecuzione, ma soprattutto verso una più individuale  modellare terra, semplice terra […] E sorride come un
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                  trattazione stilistica della materia, estrapolando    ragazzo. Un ragazzo che ha modellato diecimila vasi” ,
                  dall’esempio del docente solo quei rimandi che si     ed è proprio questa sensazione che si prova davanti a
                  confanno alla propria personalità. E’ legittimo, del resto,  Marcello Fantoni. La sua vitalità è ancora così
                  che i temi svolti nella scuola di Via Bolognese siano  prorompente da azzerare, nei suoi interlocutori, la
                  mediati ed interpretati secondo il confronto esemplare  cognizione del tempo trascorso. I suoi ricordi sono
                  con l’opera del Maestro, ma questo non coincide, per  freschi, addolciti dalla commozione e dal divertimento,
                  gli allievi più meritevoli, allo snaturamento del proprio  rivissuti ad ogni richiamo ed esposti con tale emozione
                  talento, ed è anzi presto conseguente, come fu per    da trasportarci là dove sono accaduti, là dove li ha
                  Fantoni nei confronti di Guerrini, l’affrancamento dai  vissuti. E le sue sculture, imbevute anch’esse di questa
                  moduli stilistici dell’insegnante e la formulazione di un  storia, sembrano assecondarlo nel rinnovare la
                  indirizzo programmatico specifico. Una volta appresa la  memoria, eloquenti più di ogni scrittura, rigenerano in
                  pratica tecnica della modellazione della ceramica,    Fantoni il momento della creazione, per ripercorrere i
                                                                        sentieri  dove la sua arte, e la sua vita, si sono congiunti
                  5 La Scuola Internazionale d’Arte Ceramica diretta da Fantoni  in un solo cammino.
                  prevedeva, e prevede tutt’oggi, l’alternarsi di lezioni di teoria (con
                  lo studio generale della tecnica della ceramica, disegno dal vero,
                  studio di esemplari antichi) con la pratica di laboratorio:                                  Elisa Gradi
                  realizzazione di modelli, tornitura, calcatura, colaggio, ritoccatura,
                  formatura in gesso, smaltatura, spruzzatura ad areografo, pittura e  6 P. F. LISTRI, Una vita per diecimila vasi, in “Arte e Vacanze”, I, 2,
                  decorazione, fino all’infornatura e la patinatura finale.  settembre-ottobre, p. 32.






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