Page 13 - MARCELLO FANTONI
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perché gli esponenti più noti del partito, in particolare casa con i suoi soccorritori, chiese immediatamente se
Artom ed il Medici Tornaquinci, avevano una ben vi fosse una toelette,per farsi la barba.Diceva infatti che
minore libertà di movimento, essendo costantemente non si sarebbe potuto far vedere a cena, in presenza poi
ricercati dalla polizia. Non va omesso inoltre che di una signora (vi era infatti la madre di Fantoni), nelle
Renato Fantoni fu impegnato nella redazione – condizioni in cui, come si può ben immaginare, si
insieme ad Artom, Aristo Ciruzzi e Sergio Lepri – del trovava. Questo atto di signorilità e delicatezza, in sì
giornale del Partito Liberale, “L’Opinione”, che fu un disperate circostanze rimane, per la sua singolarità,
importante veicolo di diffusione, specie dopo la particolarmente caro a Fantoni: una fotografia poi,
chiusura de “La Nazione”, del programma liberale e scattata prima della loro partenza, che li ritrae sul
delle disposizioni del C.T.L.N. : affisso alle cantonate ballatoio della casa, insieme a Beatrice Fantoni, lo aiuta
dei muri, dava inoltre modo alla popolazione di a ricordare quei visi scarni e provati ma rivelanti la
ricevere consigli pratici su come reperire l’acqua, o speranza di raggiungere l’esercito alleato, e far
generi di prima necessità. finalmente ritorno in patria.
Per ciò che concerne più precisamente l’impegno Altri ufficiali, ma anche semplici soldati e giovani
personale di Marcello, va detto innanzitutto che il disertori, trovarono ospitalità nella casa di Paterno.
laboratorio di Via Lanzi ed il deposito di ceramiche in Alcuni di questi, in gravi condizioni di salute, ebbero
Palazzo Ferroni, divennero un nascondiglio di qui anche una prima assistenza medica. Una volta in
munizioni per i resistenti, nonché occasionali sedi del condizioni di poter affrontare il viaggio, Fantoni li
Comitato di Liberazione fiorentino. Le armi venivano vestiva con panni di fortuna e li portava sull’autobus
nascoste negli alti scaffali del magazzino sotterraneo, della SITA, che andava verso la Maremma. Si
celate alla vista dai vasi in ceramica che Fantoni raccomandava loro di non aprire mai bocca, e di non
fabbricava all’epoca, e Marcello stesso provvedeva a farsi riconoscere come stranieri, perché il timore di spie
distribuirle ai combattenti, trasportandole da un capo che avrebbero compromesso la loro vita e la loro
all’altro della città. Egli ricorda esattamente un giorno attività clandestina, era sempre presente.
dell’estate del 1944, nel quale si travestì da carbonaio, e Come fu sempre presente in Fantoni, negli anni
con un carretto trasportava alcune balle con delle della guerra, la paura dei rastrellamenti. Ricorda un
ceramiche, unite a fucili e munizioni. Arrivato giorno di essere fuggito per miracolo ad un
all’altezza del Ponte Santa Trinita una balla si ruppe, e rastrellamento nei pressi della stazione, perché sentì
diversi fucili caddero in terra. Poco lontano era un alcune persone urlare che i tedeschi stavano portando
battaglione tedesco, che avrebbe certamente via alcuni giovani: si trovava nell’ultimo sottopassaggio,
provveduto a fucilarlo sul posto, se Fantoni non avesse e cominciò a correre più forte che poteva, riuscendo a
ricevuto il provvidenziale soccorso di alcune persone scampare il pericolo. Ma la consapevolezza ed il timore
che si accorsero immediatamente dell’accaduto, e lo di non poter sempre essere così fortunato, gli fecero
aiutarono in tutta fretta a nascondere nuovamente i prendere la decisione di nascondere, dentro gli stivali,
fucili dentro la balla rotta, ed egli riuscì a raggiungere una piccola sega a ferro che avrebbe potuto, secondo
incolume il suo magazzino-deposito in Palazzo lui, aiutarlo nel caso in cui si fosse ritrovato su un treno
Ferroni. Questo continuò a fungere come nascondiglio diretto verso la Germania.Contava che in un viaggio di
fino al momento in cui fu dato l’ordine di abbattere i trenta o quaranta ore, questa seghetta avrebbe potuto
ponti di Firenze, al quale conseguì l’obbligato offrire a se stesso ed agli eventuali prigionieri con lui,
sgombero di tutte le case ed i palazzi che si trovavano a una possibilità di fuga. Non ha mai, fortunatamente,
distanza di cento metri da questi. Le ceramiche e le dovuto mettere alla prova questa labile speranza, ma ha
armi furono allora nuovamente trasferite in Via Lanzi, e portato, per ben due anni, questa lama dentata sempre
qui furono trovati nuovi ripostigli segreti. con sé: il rischio di essere sequestrato e portato a
Altra attività nella quale Fantoni aiutò il padre, fu lavorare in Germania, in un campo di concentramento,
quella di prestare aiuto ai soldati ed agli ufficiali fuggiti era concreto, in particolar modo per un ragazzo come
dalla prigionia, dopo l’8 settembre del 1943, dando loro lui che, attivo partecipante alla lotta partigiana, si veniva
ospitalità e cercando di far loro raggiungere, a sud, le spesso a trovare in situazioni e luoghi assai pericolosi.
linee alleate, in Maremma. Fantoni ha un ricordo Oltre infatti al compito di reperimento e
perfettamente impresso nella sua memoria: nella sua rifornimento di munizioni ai combattenti, ed ausilio
casa di Paterno, vicino Vaglia (poco distante da un agli ex prigionieri in fuga, Marcello Fantoni era a capo
piccolo campo di concentramento), trovarono rifugio di una squadra di partigiani, tutti da lui reclutati. Di
tre ufficiali sudafricani, W. B. Steward, il tenente Jack fronte all’imminente passaggio del fronte a Firenze,
Selikman ed il capitano Mc Cardle, con un Fantoni riuscì a riunire circa quaranta giovani, che
paracadutista scozzese, George. Fantoni li ricorda conosceva personalmente (e sapeva bene di che idee
particolarmente perché uno di loro, appena entrato in politiche fossero), chiedendo loro se avessero la volontà
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