Page 9 - MARCELLO FANTONI
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ricorda quando “sfilava” con la sua corte di discepoli squisitamente Déco, associato a stilemi tipici del
per i corridoi della scuola: ricorda la riverenza che ogni Futurismo, che stava attraversando proprio in quegli
studente tributava al grande maestro, ma riconosce anni a Firenze il suo periodo di consolidamento
soprattutto quanto la sua presenza, e l’aver potuto formale. I colori adottati prediligono già tonalità accese
conoscere il suo metodo di lavoro, sia stato e brillanti, e le eleganti silhouettes sono già tendenti alla
fondamentale per avvertire l’esigenza di dare un respiro semplificazione lineare, contenute da profili netti e
moderno alle proprie creazioni, rifiutando fin dal decisi.
principio l’adozione di formule stabilite e Se il numero esiguo di partecipanti al corso della
convenzionali. Una lezione fondamentale per Fantoni, ceramica (disciplina allora più che mai oppressa dal
che solo un grande artista, maturatosi all’interno di un radicato preconcetto della distinzione gerarchica delle
contesto europeo, negli anni cruciali delle mutazioni arti, che la vede relegata ad una dimensione
linguistiche e formali di inizio secolo, poteva impartire. fondamentalmente artigianale, in posizione subordinata
Questa lezione, conseguenza più che altro di una rispetto alle arti plastiche “maggiori”), rendeva la
“coabitazione”, Fantoni la riscontrerà in seguito, sezione sostanzialmente languente, vi era per contro
riconsiderando nelle sue sculture la genesi di quelle l’opportunità di essere seguiti dall’insegnante con
coincidenze lessicali (individuabili soprattutto nella un’attenzione maggiore, instaurando un rapporto
solida composizione della figura, rigorosamente esclusivo e confidenziale che nelle sezioni più
strutturata eppur vivacemente accesa dai tagli profondi frequentate, come è ovvio, non poteva accadere.
di ascendenza francese), che trovavano infine, in Fantoni è stato addirittura, per un certo periodo,
Andreotti, la sintesi della compresenza di un linguaggio l’unico allievo della sezione di Guerrini ed il Maestro
schiettamente attuale con le soluzioni formali di analisi aveva una tale considerazione del suo giovane studente,
e linearità della grande tradizione scultorea italiana. che lo considerava quasi come un figlio. Ne sono un
Ben altro percorso è invece quello fatto con indice gli “scapaccioni” che ogni tanto scappavano dalle
Gianni Vagnetti, che venne a sostituire nella classe di mani di Guerrini (autorizzati naturalmente dal padre di
Fantoni, dal 1930, l’architetto Enrico Lusini Fantoni,che aveva fatto,insieme al professore,il servizio
nell’insegnamento di Disegno e Figura. La didattica di militare), se alle lezioni di prospettiva e teoria delle
Vagnetti favoriva, rispetto a quella del suo predecessore, ombre, che a quanto pare risultavano a Marcello
una più libera interpretazione del soggetto, senza particolarmente ostiche, si dimostrava disattento o
intervenire mai direttamente sul lavoro degli allievi. eccessivamente annoiato.
Mentre Lusini (forse memore di una più rigida Ed è forse anche per la cura tributatagli da
impostazione tecnica derivante dalla sua formazione di Guerrini che Fantoni, se veniva scherzosamente
architetto), aveva l’abitudine di correggere i disegni, appellato per via delle sue ceramiche “Pentoline” dagli
Vagnetti aveva la straordinaria capacità di insinuare altri allievi della scuola, che già si consideravano
nell’allievo stesso il dubbio sull’esattezza del suo Maestri d’Arte, e non gli riconoscevano la parità di
esercizio, portandolo alfine autonomamente al intenti, non ha mai smesso di credere di aver fatto la
riconoscimento dello sbaglio. Questo metodo di scelta giusta, anzi: quel sarcastico “Via lèvati di mezzo
lavoro, adottato molti anni dopo da Fantoni stesso con te, Pentoline!”, che oggi racconta assai divertito, gli
i propri studenti, favorì il percorso che avrebbe portato procurava allora un rivolgimento, un pungolo, un
il giovane allievo, dal temperamento già così incitamento a dimostrare a tutti quello che sapeva fare,
determinato, a trovare la sua propria cifra stilistica, a quello che quelle sue “pentoline” lo avrebbero fatto
potenziare la propria individualità fino a trovare quella diventare.
specificità senza paragoni, che ha sempre Ed in verità Marcello Fantoni, appena diplomato,
contraddistinto il suo linguaggio. nel 1934, ricevette immediatamente una proposta di
Ma sarà Carlo Guerrini a raccogliere le prime, lavoro assai lusinghiera: Carlo Guerrini infatti, che
concrete testimonianze della vocazione di Fantoni nei come abbiamo già avuto modo di appurare era dal
confronti del medium artistico a lui congeniale: già alla 1923 direttore artistico della Manifattura Cantagalli,
metà degli anni Venti, infatti, nei primi anni di scuola, segnalò il suo valente allievo per farlo entrare
Marcello Fantoni è interamente proiettato nello studio nell’organico della fabbrica. Così Fantoni fu ricevuto
dell’arte della ceramica. E’ una passione ancora in nuce, dal Commendator Bompani, l’amministratore delegato,
che guarda agli esiti della tradizione, ma va cercando nel suo ufficio di Via Strozzi.Venuto a conoscenza del
nuove invenzioni formali, o per lo meno frutto di una fatto che egli fosse un giovane promettente, Bompani
propria ricerca, come testimoniano del resto i primi gli propose di lavorare alla Cantagalli, e gli chiese di
schizzi e progetti, oggi conservati al Gabinetto Disegni pensare ad una retribuzione adeguata, per tornare a
e Stampe degli Uffizi, che sono già portatori di un comunicargli la sua decisione qualche giorno dopo. E
linguaggio volto alla contemporaneità, di un gusto già Fantoni tornò con una controproposta che sorprese
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