Page 9 - MARCO LODOLA
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quanto a estetica. Al plexiglas e ai neon i posteri guarderanno
con una punta di nostalgia, come la generazione prima di
noi guardava al cassettone in noce della nonna con la
specchiera sorretta da due delfini. Nel 2312 il messaggio
di Lodola si compirà appieno. Apparentemente felice, la
sua arte, apparentemente neo futurista, apparentemente
narrativa e apparentemente pubblicitaria, l’arte di Lodola
sarà compresa definitivamente quando tutto il mondo a cui
siamo abituati sarà scomparso. Quando non ci sarà più
traccia residua di quel certo sentimentalismo che ci lega
al passato, si comprenderà appieno quanto Lodola fosse
profondo in quella sua apparente superficialità, come uno
yogi illuminato o un arahant di alta levatura, per il quale
profondità e superficialità, forma e sostanza, coesistono,
indispensabili l’una all’altra come la notte al giorno.
I critici del futuro comprenderanno appieno, tra le pieghe dei
gesti veteroborghesi ammantati di nostalgie gattopardesche,
che nessun altro come Lodola aveva, nel XXI secolo, nei
primi decenni di questo, rappresentato il presente come lui.
Artisti ve ne erano molti, a quell’epoca, che si nutrivano
ancora di una storia dell’arte poi definitivamente spazzata
via, non fisicamente, cioè le opere restavano, ma spazzata
via interiormente, riposta in un angolo dell’inconscio
collettivo come una vecchia pila di libri in soffitta. I nuovi
tempi che si profilarono chiedevano sempre il nuovo.
Leonardo, Picasso, Van Gogh, Modigliani, e tanti, tanti altri
grandi artisti mantenevano il loro nome e la loro fama ma non
toccavano più, per così dire, le corde interne di un sentire
collettivo che prediligeva un’arte allineata alla nuova realtà
umano-tecnologica e alla nuova sensibilità che si andava
allora formando. L’unico fu Lodola, a resistere. Con i suoi
capolavori di plexiglas, i suoi neon arabescatamente curvati
(come prendere un’insegna di vetrina di Milano e farci un
tavolo, ad esempio, o una testata di letto o un paravento,
mentre le luci al neon continuano a lampeggiare sull’asfalto
lucido per la pioggia).
Reporter attento e mai banale sul tramonto dell’Occidente,
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