Page 13 - MARCO LODOLA
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diranno sempre loro, dell’armamentario pseudo-infantile di
                                                           un enfant prodige cresciuto nella spietata consapevolezza
                                                           del qui-e-ora? Non si tratta forse di sacro, di un’ulteriore

                                                           maniera di rispondere al mito, elevando templi trasparenti
                                                           e policromi, con dee con chiome fulve e bustini verdi, very,
                                                           very british, sedute con abbandono, a braccia alzate, su

                                                           sedie blu profondo come cieli, calzanti scarpette color
                                                           marrone, pastose come torte, oppure spiate nella vasca da
                                                           bagno  o  sedute  su  un  pianoforte  o  su  un  biliardo,  con  la
                                                           giarrettiera, decisamente nera, sulla coscia soda e tornita?
                                                           Sì, si tratta di sacro poiché, si sà, che il sacro si nutre

                                                           spesso  di  umorismo  e  davvero  quest’ultimo  non  manca
                                                           nelle opere di Lodola. Lo comprenderanno bene quei
                                                           critici, quest’aspetto, osservando le innumerevoli, colorate

                                                           figure femminili che popolano l’immaginario lodoliano
                                                           e che, nel futuro, scomparsi ormai i  sessi, eliminate  le
                                                           differenze tra maschile e femminile, risalteranno in tutto
                                                           il loro, reale significato. Non donne messe lì per essere
                                                           guardate o per piacere o perché la figura femminile, si

                                                           sa,  vende  sempre,  si  tratti  di  copertoni  o  di  bevande,  di
                                                           detersivi  o  di  auto,  né,  tantomeno,  raffigurate  con  intento
                                                           voyeuristico, nemmeno quella con il gallo, simbolo fallico

                                                           per eccellenza. No. In realtà le donne di Lodola sono
                                                           ironiche, declinano con grazia e umorismo la solita vecchia
                                                           storia della conquista e dell’erotismo, credendoci il giusto,
                                                           più che altro giocando. Per quanto riguarda Lodola,
                                                           invece, una parodia ad uso e consumo marketinghistico

                                                           del femminino sacro, della Dea Madre, che riappare in
                                                           forme adatte ad essere, oggi, comprese. E’ sempre lei,
                                                           sotto mentite spoglie, e non c’è differenza tra le donne

                                                           di Lodola o la sculturina alta  appena qualche centimetro
                                                           sumero babilonese. E’ l’esigenza profonda della ricerca
                                                           di un senso dell’esistenza che fa disegnare a Lodola le
                                                           sue minimarylin contemporanee, ammiccanti, provocanti,
                                                           alla  moda  ma  sempre  con  un’eccessiva  consapevolezza

                                                           nelle pose ritratte che le tradisce. Non sono ingenue. Non
                                                           ci credete. La sanno lunga, perfette in tutto, negli abiti













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