Page 11 - MARCO LODOLA
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genere,  nel  XXI  secolo,  furono  presi  da  crisi  nichilistiche,
                                                           smarrendo il senso della loro esistenza, ormai incapaci di
                                                           pensare alle cose belle. Lodola ne fu sempre capace. Non

                                                           smarrì mai il senso della bellezza, curandolo come una
                                                           religione, anzi lo perpetuò anche con un certo stile di vita
                                                           epicureo, come ricorderanno i futuri critici, addentrandosi

                                                           nella biografia dell’artista, come l’amore per le belle cose,
                                                           per i buoni cibi, per gli ottimi vini e, a dimostrazione di ciò,
                                                           mostreranno un’etichetta, realizzata per un vino prodotto
                                                           da un’antica e prestigiosa casa vitivinicola del Chianti: una
                                                           donna, in un calice, che più epicurea non si può, senza

                                                           volto perché simbolo, naturalmente, della più femminile
                                                           di tutte le cose: l’ebbrezza. Beh, certamente un’ebbrezza
                                                           controllata, riguardosa, niente di sconveniente, appena

                                                           appena accennata dopo il secondo bicchiere di vino, uva
                                                           vera, genuina, sana che, fatta mosto e poi vino, gorgoglia
                                                           nell’etichetta di  Lodola,  frizzante  come una mattina di
                                                           primavera. In quel lontano futuro, il Chianti, Sant’Appiano, i
                                                           filari di uva, ci saranno ancora, non c’è dubbio. Le antiche

                                                           mura dell’azienda vinicola saranno tali e quali ma la
                                                           cantina oh sarà uno spettacolo di tecnologia, con le uve
                                                           che cadranno a discesa nelle botole di acciaio lucidissimo

                                                           e le botti di rarissimo legno in cui invecchierà il vino e poi
                                                           tutto l’armamentario da alchimista, provette, bottigliette,
                                                           decanter,  orgoglio  del  padrone  di  casa,  e  infine  in  una
                                                           nicchia del muro, illuminata, il pezzo forte: l’antica etichetta
                                                           di Lodola simbolo tra i più preziosi del glorioso passato

                                                           della maison de vin.
                                                           Sì, Lodola, si attenne solo ed esclusivamente all’eterno
                                                           scopo e senso della vita e  a  quello,  altrettanto  eterno

                                                           e  immortale,  dell’arte:  rappresentare  la  realtà  presente,
                                                           interpretandola con i materiali, le linee, le forme, le
                                                           aderenze  a  questo  o  a  quel  concetto,  purché  figlio  della
                                                           propria epoca. Lodola agì e operò nel momento presente.
                                                           Non fu passatista e non fu futurista: la sua arte non è

                                                           datata.
                                                           Cos’altro, quindi, oggi meglio del plexiglas, dei neon,













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