Page 10 - MARCO LODOLA
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Lodola come avrebbe dovuto rappresentare, si chiederanno
               i critici futuri, quell’epoca che volgeva alla fine, squassata
               da crisi economiche, morali, etiche, rifinita fino all’osso, con

               la cultura e l’arte ridotti a fenomeno di massa? Cosa avrebbe
               dovuto fare? Lodola, che vedete qui esposto, continueranno
               i  critici,  scelse  la  via  della  leggerezza,  del  sorriso,  della

               grazia. E’ vero  che pochi  compresero. Del resto molti
               sono  i  chiamati  ma  pochi  gli  eletti.  La  maggioranza,  dei
               collezionisti  e  anche  di  quei  lontani  nostri  colleghi  critici,
               diranno quei critici del futuro, si fermarono all’apparenza,
               buggerati dai colori vivaci e dai soggetti apparentemente

               leggeri delle opere. Tutta via qualcuno indagò più a fondo
               e, andando a paragonare le cose vecchie con le nuove, si
               fece perplesso rispetto a quei colori  vivaci, allegri,  felici,

               comparati alla contestuale realtà storica vissuta dall’artista.
               Non tornavano con il mondo in cui l’artista viveva e si sa che
               l’artista è sempre profondamente immerso nel suo contesto
               storico. Non poteva che essere una scelta, stabiliranno quei
               critici, individuando così la saggia decisione dell’artista.

               Citeranno ad esempio  Buddha,  di cui  non  si  può  dire non
               fosse profondo!, il quale, a un discepolo che si lamentava
               per le brutte cose che vedeva lungo la strada che, insieme,

               stavano  percorrendo,  rispose  di  non  guardarle.  “Guarda
               invece come sono belli quei denti bianchissimi” Era vero.
               C’erano  delle  carogne  di  animali,  lungo  la  strada,  orribile
               visu, ma i loro denti spiccavano come gioielli, lucidi e
               brillanti. Erano, in una parola, bellissimi. Come Buddha,

               Lodola ha scelto di guardare solo il bello ma non per questo
               non è consapevole di percorrere una strada dove ci sono
               anche aspetti, diciamo, meno estetici. Lodola però sa che

               il senso c’è soltanto nel bello perché il bello è davvero
               rivoluzionario, il bello davvero cambia le coscienze, il
               bello  è,  in  ultima  analisi,  assai  più  difficile  del  brutto,  più
               impegnativo, meno immediato. Lavorare sulla bellezza, sulla
               felicità, sull’allegria, è come correre sul filo di un rasoio e

               se ne accorgeranno bene quei critici futuri che ricorderanno
               come  molti,  artisti,  collezionisti  o  amanti  dell’arte  in













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