Page 25 - GIAMPAOLO TALANI
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di Napoli.
               È ancora il dipanarsi della teoria circolare della gente (gli “Animali”) della battigia intorno
               al punto di osservazione del pittore ad interessare la totalità dei dipinti: Talani trova
               ancora, nell’intima fecondità di quella fucina a cielo aperto, l’ispirazione per riportare
               nuove storie, ed aggiungere nuove tessere a quel mosaico al quale ha votato la propria
               ispirazione fin dallo stadio aurorale del suo essere artista.
               Manifesti corali (Animali di battigia, cat.) si alternano a viaggiatori in attesa della partenza
               (Aspettando un’altra estate, cat.), o ad intrepidi scalatori della montagna di Finisterre
               (La duna rossa, cat.); ulteriori motivi di invenzione figurativa arricchiscono le tavole
               raffiguranti i cercatori di pesci – nelle quali si coglie, peraltro, un’inusuale libertà dei tagli
               prospettici (Cercatori di conchiglie, cat.), che rievocano l’inquadratura di una macchina
               fotografica – così come le composizioni dedicate alle ombre, le anime che si fanno figura, e
               che anticipano il tema che diverrà, nel volger di poco tempo, sempre di maggior interesse
               per il pittore.


               Arriviamo così ai più recenti esiti della pittura di Giampaolo Talani, per l’analisi dei quali
               non potremmo non introdurre quella che potremmo definire una conquista, un’opera
               enciclopedica  della  cultura  dell’artista,  riferibile  all’intero  arco  di  attività  fino  a  qui
               preso in esame: l’affresco della stazione fiorentina di Santa Maria Novella (tav.). Anni di
               meditazioni sul tema della battigia, del vento, della partenza, vanno a consegnarsi, nel
               settembre del 2006, in un’opera mastodontica, compendiaria, un roman pictural nel quale
               poter far finalmente affiorare le tracce di tutto ciò che è stato, negli anni, imprescindibile
               sostegno dell’arte di Talani.
               Protagonista è il Partente, figura che meglio definisce l’immagine emblema del cosmo
               estetico  talaniano,  insieme  a  personaggi  e  simboli  rimediati  nel  corso  dei  tempi  e
               delle differenti stagioni pittoriche, detentori di un ormai robusto cumulo memoriale.
               Un’operazione nella quale Talani prende misura delle proprie forze per potere rapidamente
               realizzare un pannello di circa ottanta metri quadri con una tecnica, il “bon fresco”, della
               quale ormai pochi pittori sono in grado di valersi, e della quale l’artista ha acquisito gli
               strumenti negli anni della formazione, nelle varie fasi della realizzazione, dall’esecuzione
               del  cartone  preparatorio  alla  stesura  del  colore,  dagli  schizzi  e  studi  preliminari  per
               considerare  la  variazione  dei  motivi  compositivi  alla  diversa  consistenza  cromatica  e
               tonale della pennellata rispetto alla pittura ad olio e tempera.
               Non è certo questa la sede per l’analisi di un lavoro così complesso – per la quale rimandiamo
               ad  un  nostro  precedente  scritto  –  ma  vale  la  pena  soffermarsi  ad  analizzarne  alcuni
               particolari, poiché sono presenti in mostra opere che riportano sezioni di questo grande
               contenitore, includente più esperienze pittoriche e tematiche scalate cronologicamente
               e distanti fra loro, anche per importanza di significati.
               Quale sia dunque la sostanza di questo tessuto lo si vede in un primo dipinto (cat.), nel
               quale è riprodotto il gruppo di figure che si impone nella parte destra del grande affresco.
               Una figura con un pesce sottobraccio introduce la parata dei partenti, seguita da due
               personaggi stretti in un abbraccio – padre e figlio, l’unico gruppo che, significativamente,
               si presenta unito allo spettatore, essendo Partenze, come già le orchestre e i gruppi di
               viaggiatori sulla battigia, un manifesto solo apparentemente corale – che emergono da
               una fascio di valigie rosse, simbolo della partenza già comparso nella serie di Finisterre.
               Dietro di loro è la battigia con le sue dune, ed una teoria di ombrelloni che si sta involando,
               per la forza del vento marino. Ad un  sole che si oscura lentamente – quasi la sequenza
               di un’eclissi –  fa seguito un uomo che allarga le braccia verso lo spettatore (lasciando













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