Page 29 - MARCELLO FANTONI
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Una bella forma con un bel colore:
scultura e pittura nell’arte ceramica di Marcello Fantoni
L’intera esperienza artistica di Marcello Fantoni, Una fluttuazione inventiva che è, del resto, sorretta
volta da sempre alla ricerca di una sintesi fra la pratica da una padronanza tecnica, da una lunga pratica alto-
della ceramica e l’arte scultorea, si snoda in un percorso artigianale, per Fantoni il vero trait d’union fra estetica
complesso, generoso, che lascia affiorare strati culturali speculativa ed arte applicata. Un nutrito bagaglio
eterogenei in continua tensione dialettica, e nel quale si strumentale (frutto di una educazione che accetta il
intrecciano, con disinvoltura, l’austerità dell’antica transito per tutti i passaggi che la pratica artigianale
tradizione artistica toscana e l’atteggiamento impone),è indice di una personalità che racchiude in sé
sperimentale dell’arte del XX secolo. Un’esperienza la sostanza dell’artista e dell’artigiano, l’uno totalmente
maturatasi nell’arco di un settantennio, che si nutre dei incentrato sulla ricerca pura, l’altro memore di quelle
grandi mutamenti formali e culturali che hanno doti manuali ed intuitive che una pratica secolare gli ha
contraddistinto gli ultimi, otto febbrili decenni del religiosamente tramandato.
secolo scorso e che Fantoni ha districato in un È il dominio della sensibilità epidermica, della
linguaggio armoniosamente ritmato, e costantemente cultura della manualità a pieno titolo rivendicata ed
revisionato, sempre teso alla ricerca della flagranza ed inscindibile dall’idea stessa di arte; una personalità,
alla sensibilità decorativa moderna. Una versatilità quella di Fantoni, che non ha ceduto alle lusinghe della
inventiva, unita ad una tenace ricerca di un sempre meccanizzazione industriale, che non ha incanalato, nel
nuovo ordine estetico, lo hanno sempre preservato tempo sclerotico dell’egemonia del design, le sue
lontano dalle pastoie di una mera riproduzione di ricerche estetiche in produzioni seriali di mera
codici linguistici già stabiliti, siano pur da lui formulati, funzione oggettistico-decorativa. Un artista che si nutre
eludendo la secchezza di un formalismo di maniera che dell’estro fecondo degli antichi maestri,
lo avrebbe portato, nel tempo, ad una inevitabile riproponendone i gesti, il rituale creativo: un retroterra
volgarizzazione del linguaggio. culturale che gli ha dischiuso, fin dai suoi primi
Nonostante si cimenti nel corso degli anni, senza tentativi, la via ad una modernità sommamente
timore, nell’utilizzo di materiali vari, che gli appaiono autentica, e mai di facciata.
di volta in volta più consoni ad interpretare l’immagine Marcello Fantoni inizia a modellare la ceramica
costruita nella mente, Fantoni ritrova sempre nella all’Istituto di Porta Romana di Firenze, sul finire degli
ceramica il mezzo espressivo a lui più congeniale. In anni Venti. Periodo topico per l’arte della ceramica
questa ancestrale mistura di acqua, terra e fuoco, è italiana, che si vede protagonista, proprio in questi anni,
sottintesa una complicità sensibile con la materia, ed in di un vero e proprio rinnovamento. La nascita di un
questa si completa la formula compositiva che sta alla nuovo collezionismo, esteso a sempre più vaste fasce di
base dell’arte di Marcello Fantoni: una bella forma, con popolazione, favorisce l’accrescere delle produzioni di
un bel colore. In altre parole, pittura e scultura piccole e medie manifatture, incentivate e sostenute
giungono nell’Ars Ceramica ad un tale livello di dalle stesse istituzioni.Artisti di fama indiscussa iniziano
integrazione e limpidezza formale da renderle, di fatto, a cimentarsi nella progettazione di oggetti in ceramica,
difficilmente considerabili come due ambiti di ricerca impiegando per la prima volta forme e decorazioni
separati. La scelta sincronica di colori e forme è moderne, elaborate, con stilizzazioni proprie delle
implicita per Fantoni nella progettazione stessa avanguardie storiche europee: il Fauvismo ed il
dell’opera, che in base a questa correlazione raggiunge Cubismo francesi, l’Espressionismo ed il Blaue Reiter
la sua compiutezza e l’apice della dignità artistica. Il tedeschi, il Futurismo italiano. Riviste d’arte ad ampia
colore, agente catalitico visivo, consolida l’evoluzione distribuzione ed esposizioni nazionali di arte decorativa
della forma e, con l’azione del fuoco, converte il (le Biennali di Monza degli anni Venti e le Triennali di
pensiero in immagine, amplificandone le possibilità Milano dal 1930), diventano vitale veicolo di
espressive. Il gesto creatore si rivela energico interprete conoscenza e di formazione per talenti emergenti, che
delle tensioni interne, dell’energia magmatica della si emancipano dalle tradizioni locali e, messi al corrente
materia che, scavata e corrugata, perviene finalmente dell’ultima moda artistica, ne vengono più o meno
alla rivelazione della forma. E’ un procedimento di profondamente suggestionati.
addizione, di modellazione, di scavatura nella fisicità
Lo spirito di questa rinascita, che si concretizza
della terra, nella plasticità dell’impasto: un processo
nelle esperienze artistiche di Giò Ponti e Guido
affascinante, creativo, sofisticato, che con il legno, la
Andlovitz, interpreti privilegiati e complementari di
pietra ed il marmo non è concesso, poiché si procede al questa straordinaria stagione artistica – ai quali si
contrario per asportazione, per sottrazione.
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