Page 30 - MARCELLO FANTONI
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aggiungono presto voci attive nei centri maggiori     ancora, negli anni presi in esame, continuava da un lato
                  dell’arte della ceramica, Faenza ed Albisola – raggiunge  a corredare gli uggiosi arredi neorinascimentali dei
                  anche il giovane Marcello Fantoni, che già sui banchi  salotti borghesi  en vogue e, dall’altro, ad impedire
                  della scuola di Porta Romana porta a compimento i     pesantemente il propagarsi della moderna ceramica
                  suoi primi progetti, dove la suggestione esercitata dallo  artistica. L’esperienza innovatrice di Fantoni si colloca
                  sperimentalismo ‘novecentista’ è  già  manifestamente  idealmente, sotto questo profilo, in continuità con
                  leggibile. Nei bozzetti dell’epoca scolastica – molti dei  quella di Galileo Chini, strenuo difensore della pratica
                  quali oggi conservati al Gabinetto Disegni e Stampe   della ceramica come forma d’arte, che riuscì, non senza
                  degli Uffizi – realizzati da Fantoni sul finire degli anni  difficoltà, ad introdurre in Italia il gusto internazionale
                  Venti, si riscontra appunto una progettualità lineare e  dell’Art Nouveau, squarciando nei primi anni del
                  sintetica, cosciente di un orientamento stilistico    Novecento quella barriera di vecchie formule locali di
                  profondamente compenetrato nel clima della            fronte alla quale il nostro ceramista, giovanissimo, si
                  contemporaneità. Nei piatti raffiguranti le “Allegorie  dimostra subito appassionato oppositore.
                  dei Mesi” ad esempio, databili al 1927, il soggetto       Superati gli anni della formazione, che potremmo
                  agreste ispirato al repertorio tradizionale delle     definire “sperimentali”, poiché vedono Fantoni pronto
                  manifatture di Montelupo Fiorentino, viene arricchito  a cimentarsi con forme espressive diverse, ma ancora
                  da Fantoni con l’evocazione di eleganti figurine,     alla ricerca di un orientamento stilistico esclusivamente
                  tracciate col segno netto e sicuro di chiara ascendenza  proprio, si apre verso la metà degli anni Trenta una
                  pontiana, che si distribuiscono con leggiadria sullo  nuova fase, in significativa coincidenza con l’apertura
                  sfondo di un paesaggio toscano prevalentemente        del suo primo laboratorio.Qui,libero da vincoli di ogni
                  trattato con il verde ed il blu (colori che, peraltro,  genere, nella felice condizione di poter dilagare al
                  l’antica tradizione ceramica non voleva mai accostati).  massimo il suo potenziale espressivo, inizia a studiare
                  Motivi decorativi e stilistici che vedremo riproposti,  nuove soluzioni tecniche,anzitutto la composizione e la
                  circa un decennio più tardi, nelle terrecotte dipinte da  combinazione di smalti particolari, nel tentativo di
                  Amerigo Menegatti per la Manifattura Cantagalli.Anni  ottenere sulle superfici dei vasi effetti sfumati, pittorici,
                  in cui lo spirito estetico ansioso di modernità, già  sontuosamente iridescenti. La modulazione dei volumi
                  portava Fantoni a superare definitivamente quegli esiti,  è resa ruvida e discontinua da un involucro poroso,
                  proponendo nuove soluzioni.                           granuloso,matericamente consistente,che dà origine ad
                      Ma per comprendere al meglio come la spinta       anfratti agenti al gioco di riflessi di luce e penombra, in
                  vitalistica delle avanguardie si inserisca fin dagli esordi  parte dettato dalla natura stessa della terra con la quale
                  nel lessico di Marcello Fantoni, si prendano ancora in  Fantoni modella vasi e sculture. È la terra
                  esame il bozzetto per la “Coppa per una gara di calcio”,  dell’Impruneta, forte, ruvida, irregolare, la terra madre:
                  dove la figura del giocatore viene smontata con tagli  è elemento fisico da lavorare, plasmare al proprio
                  analitici che ne scompongono il volume, ed il progetto  disegno, ma è anche strumento di conoscenza, è
                  per  “Piccoli vasi portafiori”, nel quale gli oggetti  metafora, è elemento mediatore con la primitiva
                  assumono una fisionomia tagliente ed appuntita,       bellezza.In funzione delle sue peculiarità si materializza
                  studiata in funzione di una decorazione rimessa       il gesto, si progettano le forme, si libera il flusso del
                  esclusivamente alla segmentazione dei piani che       colore. Si libera il destino di ogni composizione.
                  dominano la superficie. Arabeschi di valori pittorici,    I pezzi realizzati nell’atelier di Fantoni acquistano
                  memori della lezione del primo Futurismo, scuotono    adesso quella specificità che li contraddistinguerà negli
                  nel primo esempio la forma classicheggiante della     anni da ogni altra produzione: materia e colore iniziano
                  coppa, con il movimento di un corpo che si muove alla  a tessere una trama indivisibile, ed è proprio con la
                  conquista dello spazio:l’azione veloce del calciatore che  scelta di affidare a queste due componenti l’architettura
                  si appresta a colpire il pallone, perno della         intera dell’oggetto, evitandone l’occultamento con
                  composizione, è resa dall’intersecazione di piani     forme decorative accademiche e ridondanti, che
                  denotanti la traiettoria, con l’intersezione di forme e  Fantoni sigla inconfondibilmente la sua produzione.
                  colori che tessono un impianto cromatico luminoso e       Le strutture delle forme sono spesso costruite
                  vivace.                                               attingendo dal repertorio della produzione vascolare
                      Appare evidente, da questi primi esempi, come     etrusca, ma Fantoni riesce, con questo flusso intenso di
                  Marcello Fantoni fosse lontano dal congelamento della  colore, a reinventarne la natura e la fruizione estetica,
                  rivisitazione di formule stilistiche del passato, dal  evitando di rimanere incagliato nella citazione fine a se
                  Quattrocento al primo Ottocento, alle quali rimaneva  stessa. Rivitalizzare la classicità, attraverso la
                  vincolata una buona parte delle manifatture della     modellazione della ceramica, è del resto un’indagine
                  ceramica italiane,   nonostante le sopraccitate       sulle proprie radici storiche: la parabola artistica di
                  sollecitazioni all’esplorazione della modernità. Una  Fantoni è segnata, fin dal principio, dal desiderio di
                  tendenza discendente dalla fine del XIX secolo, ma che  penetrare nell’ideale estetico della terra delle sue







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