Page 9 - FABIO DE POLI
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LA SINEDDOCHE ARTISTICA NELLE OPERE DI FABIO DE POLI

                                                             Sara Garvani















               Ironico e allusivo. A tratti quasi irriverente.
               Il segno grafico di Fabio De Poli non si può descrivere altrimenti. Ed è il segno il vero protagonista dei lavori dell’artista:
               il segno accattivante di De Poli trascina l’osservatore all’interno di una poetica artistica complessa, che ammicca alle
               sue radici Pop e agli stilemi della grafica pubblicitaria.
               De Poli è geniale nella creazione dei suoi quadri: il suo disegno veloce e incalzante si sposa alla perfezione con un cro-
               matismo acceso e frizzante, facendo nascere così, in modo apparentemente spontaneo, opere cariche di un’intensa
               energia, capaci di catturare lo sguardo di chi vi si trova di fronte. Da queste composizioni di linee e colori emergono,
               in un secondo tempo, i suoi individui nebulosi dal volto astratto e indefinito. Ma l’arte di De Poli, è un’arte che vive
               di figure retoriche. Nel suo lavoro è frequente, in particolare, l’uso della sineddoche: un naso stigmatizza un volto,
               due scarpe simboleggiano l’intera sagoma umana, e così via… All’osservatore viene proposta una visione parziale
               e frammentata del soggetto rappresentato, ma questa è una scelta che l’artista attua volutamente, perché solo con
               questa sperimentazione del linguaggio si è veramente coinvolti nel suo mondo, giungendo alla lettura totale dell’opera.
               Questo processo che De Poli fa compiere allo spettatore assomiglia per certi aspetti alla maieutica socratica, in quanto
               sembra che l’artista ponendo interrogativi riesca a condurre da solo l’interlocutore, ovvero il pubblico, alla “verità”
               della sua pittura.
               Non deve ingannare, inoltre, la “carica” di immediatezza e improvvisazione con la quale nascono queste composi-
               zioni: esse nascondono uno studio e una conoscenza profonda della storia dell’arte contemporanea. Dada, Pop Art e
               le sperimentazioni dell’Informale hanno guidato l’artista, ma esse non sono esaustive per definire il suo operato: nei
               quadri di De Poli si riscontrano citazioni che vanno da Picasso a Braque, da Bacon a Depero, solo per citare qualche
               esempio.
               De Poli è, quindi, un artista molto complesso, capace però di realizzare opere di estrema sintesi visiva: è dotato di uno
               sguardo acuto e pungente sulla realtà che ci circonda, ma sembra che egli abbia ancora voglia di stupire lo spettatore,
               farlo “entrare” nel suo racconto, per mostrargli con occhio canzonatorio la storia dal suo punto di vista.





































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